Da: Yogani
Data: Domenica 16 Novembre 2003 ore 11:48
E' risaputo che se vogliamo avere successo in qualcosa,
qualsiasi cosa, dobbiamo desiderarla continuamente ed avere la disponibilità ad
operare ogni giorno per soddisfare quel desiderio. Pensate alle persone di
maggior successo che conoscete. Non è proprio questo che hanno in comune? Se
osserviamo la loro vita, notiamo che hanno lavorato a lungo e duramente, per
raggiungere l'eccellenza nel campo da loro scelto. Dietro a ciò, li ha spinti
innanzi un desiderio insaziabile di avere successo nei loro sforzi, mentre
lavoravano per anni verso il loro obiettivo
e consentiva loro di superare gli ostacoli. E' lo stesso nello yoga dove
si lavora per l'unione divina. Gesù ha detto “Beati
quelli che sono affamati ed assetati della giustizia, perché essi saranno
saziati.” Egli ha anche detto: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete;
picchiate e vi sarà aperto”. Questa è la formula magica – desiderio indirizzato
verso un obiettivo che genera l'azione verso quella meta. Il desiderio costante
è il carburante. L'azione quotidiana è il fuoco. Il termine “continuo” è
importante, come lo è la parola “meta”. Senza queste due funzioni operative, i
desideri si disperdono, le azioni sono sfocate e non accade molto. Se sono messe
in atto insieme, qualsiasi cosa è realizzabile.
Se coltiviamo il nostro desiderio
di diventare focalizzati costantemente su di una meta particolare, come ad
esempio la realizzazione dell'unione divina, stiamo coltivando un tipo di
desiderio speciale. Si chiama “devozione”. La devozione è il flusso continuo di
desiderio verso un oggetto o un obiettivo. Noi tutti siamo familiari con il
concetto di devozione. E' la maniera con la quale spieghiamo il successo di
alcune persone: “Oh, lei è così devota al suo lavoro”. O delle grandi mistiche:
“Oh, lei è così devota a Dio”. Non è una coincidenza che devozione e grandezza
si trovino nel medesimo luogo. La prima conduce immancabilmente alla seconda.
La seconda non può avvenire senza la prima.
Qualunque possa essere il vostro
concetto di illuminazione, da qualsiasi tradizione o credo proveniate,
qualsiasi cosa vi ispiri nella direzione di una apertura spirituale,
coltivatela. E' il motore della pratica. E' ciò che consente di sostenere una
pratica spirituale quotidiana per il tempo necessario. La nostra esperienza
divina cresce mentre pratichiamo. Ed insieme ad essa cresce la nostra
devozione. Una crescita della devozione intensifica il nostro impegno verso la
pratica, ed una pratica più dedicata si assoggetta ad una esperienza più
divina, che a sua volta aumenta la devozione ulteriormente. In questo modo
progredisce – la devozione si arrende alla pratica...la quale si sottomette
all'esperienza divina...che si arrende a maggiore devozione...e così via. La
devozione sostenuta febbrilmente tramite ogni mezzo possibile, è la migliore
amica dell'aspirante spirituale. Non è sempre facile essere costantemente
consumati da “fame e sete” spirituale, ma ci pone sulla strada reale per
l'illuminazione. Una intensa devozione per la trasformazione della nostra vita
tramite le pratiche yoga ci assicura che ciò che deve essere fatto sarà
compiuto.
Parlando di ciò che deve essere
fatto, parliamo del prossimo passo – sviluppare l'abitudine di coltivare la
nostra profondità eterna silenziosa su base quotidiana. Parliamo della
meditazione.